Pendola da tavolo francese, in bronzo dorato al mercurio, periodo dell’impero, 1810 circa

Pendola da tavolo francese, in bronzo dorato al mercurio, periodo dell’impero, 1810 circa. Quattro piedini baccellati sorreggono una base rettangolare con fronte arricchita da applicazioni cesellate a ghirlande, portate da figure antropomorfe alternate da farfalle. Cassa del quadrante a torretta, con fregi cesellati a grappoli floreali e farfalle, un arco e una faretra. Quadrante in smalto bianco, con numeri romani, lancette “a occhio”, firmato da Charlea Rue st. Genevé (n°272) à Paris. Movimento a carica settimanale, con suoneria di ore e mezze su campanello; scappamento ad àncora a rinculo, con pendolo sospeso a filo di seta. Il ragguardevole bronzo della scena principale è punzonato con la lettera D e fa presumere che l’autore possa essere Deverbery Jean-Simon (1764-1824), uno tra i più importanti bronzisti di quel periodo; ciò rende singolarmente pregiato il pezzo: una Psiche, di rara bellezza, raffigurata nella propria sala da bagno, seduta (anche il seggio è marcato da una faretra), con le mani indicanti il cuore e uno specchio (il bronzo stesso è tirato a specchio), un cofanetto di gioie, il tutto sovrastato da Eros, attorniato da una corona segno di vittoria.
Le versioni più consolidate del mito Psiche e Eros narrano che – indispettita dalla bellezza di Psiche (qui rappresentata anche dalla farfalla, suo simbolo animale) – Venere inviò il figlio Eros, perché con il suo infallibile arco facesse innamorare del più brutto degli uomini la bella mortale. Tuttavia la straordinaria bellezza di Psiche conquista il dio. I due vivono di nascosto una storia d’amore e di passione, ma a motivo della intemperanza della ragazza, la relazione viene scoperta. Perciò Venere sottopone Psiche a impossibili prove affinché non venga riabilitata e non continui la relazione col figlio immortale. Pur fallendo le imprese, Psiche, grazie allo stesso Eros, ottiene l’immortalità, rendendo possibile il legame dei due alla luce del sole. Uno dei significati del mito è che l’anima (in greco, appunto, psiche) ottiene l’immortalità non grazie alla conoscenza, ma alla passione e all’amore. Non solo l’elegante fusione bronzea rende unica questa pendola, ma anche la modalità davvero inconsueta con cui Psiche è raffigurata. Normalmente, infatti, la ragazza è rappresentata in una scena di passione con il proprio amato, ovvero nel cimento di una delle prove imposte da Venere; mai nell’ambiente intimo e tranquillo della propria sala da toletta, gentilmente consapevole della propria bellezza che le varrà l’immortalità. Psiche/Anima è immortale perché è bella, appassionata e amabile.
Misure: 32×12 h. 44